Intervista a Irene Kung

di Ludovico Pratesi (ENG version)
in occasione della sua mostra al Photo Pescheria Museum of Contemporary Art, Pesaro

L.P: Quando osservi una città da fotografare, quali sono i criteri che guidano il tuo sguardo?

I.K.: Prima di tutto giro per la città senza scattare foto. Cammino, sento l’atmosfera della città, giro intorno ai monumenti, osservo la luce. Di solito c’è un momento nel quale riesco a sentire l’atmosfera della città e dei suoi monumenti. Questo è il mio punto di partenza. In seguito decido a che ora la luce mi aiuta a ritrarre il monumento cosi come l’ho percepito .

L.P.: Quali sono le ragioni che ti hanno portato a scegliere questi soggetti?

I.K.: La scelta del soggetto è essenziale. Il monumento, la scultura,il mare.La pausa, la meditazione si può creare in tutto quello che ci circonda.

L.P.: Ogni monumento viene interpretato in senso metafisico, come se fosse sospeso a mezz’aria o in uno spazio artificiale. Per quale ragione hai annullato il contesto circostante?

I.K.: Non intendo rappresentare la realtà. Lo stato d’animo, il pensiero è importante.Al momento dello scatto intorno ad ogni monumento c’era gente che correva,tutto era in movimento. Nel mio lavoro il movimento e il rumore scompaiono nel buio. Tutti corrono e io mi fermo.

L.P.: Quali sono i concetti che vuoi sottolineare con le tue immagini?

I.K.: Silenzio e immobilità. Fermarsi per vedere, sentire, pensare e sognare.Voglio dare una risposta nell’intimo di ognuno in questo momento di corsa del nostro mondo verso il suo declino.Il vuoto.E’ più importante il vuoto, il buio intorno al soggetto rispetto al soggetto stesso. Oggi c’è troppo ovunque e io mi concentro sul togliere e creare vuoti. Il vuoto come possibilità di dare una dimensione al tempo.

Il tempo. La pausa. Perdere tempo in opposizione alla regola del capitalismo che sostiene che il tempo è denaro. La velocità della comunicazione rischia di stravolgerci e ci impone di essere più attenti.

Il sogno. L’aspetto onirico delle mie opere non è casuale. Lavorando intuitivamente mi avvicino al contenuto misterioso e essenziale del soggetto. Sognando ad occhi aperti, si diventa capaci di guardare dietro l’angolo. Non puoi pensare se non sai immaginare.
Nietzsche ha considerato il sogno come una parte essenziale del vissuto, attribuendovi un importanza pari alla veglia. Ha paragonato il pensiero onirico al pensiero dell’umanità ai suoi primordi.

L.P.: Ritieni che queste immagini possano comporre l’animo nobile di questa città, al di là dello spazio e del tempo?

I.K.: La mia ricerca è concentrata sulla verità nel profondo senso del termine. Un concetto che non posso raccontare attraverso immagini che non rispecchiano la realtà, senza circondarla di un alone di mistero, di sospensione nel tempo e nello spazio. Penso che l’artista debba dare al pubblico quello che il pubblico non ha, e quindi il compito di un’artista contemporaneo e’ quello di far sognare le persone attraverso un messaggio positivo e intimo.

Dice Hölderlin: « Là dove cresce il pericolo, cresce anche ciò che ti salva».
Parafrasandolo, si puo’ dire che dove cresce la realtà negativa,
cresce anche il sogno che ti salva.